Luca Capuano

  • nascondi
  • NEWS
    • Latest
  • About me
    • CV
    • Contacts
  • Projects
    • Ante Figuram
    • Marelungo
    • Rimosso d’Oltremare
    • Planimetrie moderniste
    • Abitare l’emergenza
    • The architecture of Exile
    • Insiemi di figure
    • I colori del sentimento
    • Furor
    • L’inarchiviabile
    • Casestudio
    • Il Liocorno di Lascaux
    • Arbiter
    • Sembrava che preparassero il deserto
    • Navile X per 2
    • In taglio
    • La caduta
    • Tavole di testo
    • 00
    • Scritto a macchina
    • Il Paesaggio deScritto
    • Le Stanze
    • Si muore due volte
    • Spettacoli
    • La storia di Federico
    • Anatomia di un profumo di macchia mediterranea
    • MxM
    • Così lontano, così vicino
    • Obiettivo 2
    • Memoria presente
    • La coda dell’occhio
    • L’orto della socialità
    • I solidi di Cesare Leonardi
    • Frontier
    • Ifi
  • Professional
    • Interiors
    • Architecture
    • Classic Architecture
    • Industrial
    • Publications
  • Teaching
    • Papers
    • Papers II

street art a Cortina

STREET ART A CORTINA

foto Luca Capuano

testo Luca Ciancabilla

 

Davanti ad ogni grande monumento architettonico, parafrasando John Ruskin, deve essere possibile leggere le stratificazioni del tempo e dei diversi stili che ne hanno segnato la vita nel corso della sua storia, breve o lunga che sia stata. Parole “sacre” come le pietre di questa magnifica casa cortinese, per più di quarant’anni dimora invernale per le vacanze del noto linguista e glottologo Giacomo Devoto e di sua moglie Giulia Falck, ma dal 2006 proprietà di una famiglia di imprenditori bolognesi, decisi a far loro il pensiero del grande intellettuale britannico quando, negli istanti subito successivi l’acquisto, ne avviarono i lavori di ristrutturazione.Malga nell’ultimo quarto del secolo scorso, ristorante agli esordi del Novecento, poi Museo Elisabettiano, ancora Museo Storico dell’antica istituzione cortinese delle Regole, infine meravigliosa residenza di montagna negli anni del boom economico grazie all’arrivo dei Devoto-Falck. L’ennesima metamorfosi di una casa unica di cui ancora oggi rendono testimonianza gli arredi, le boiserie in legno bianco di una camera da letto, i mobili della cucina e dell’office, ma anche i soffitti, le scale e ogni spazio che si palesa fra il piano nobile e quello superiore.Un progetto ideato dall’architetto Mario Fiori, nel cui studio venne ospitato per alcuni anni Giò Ponti, che il recente rinnovamento degli interni, diretto dall’architetto Angelo Micheli dello studio milanese De Lucchi, ha voluto ottimizzare, arricchendolo con estrema naturalezza.Solo i bagni, la cucina e il vecchio garage hanno infatti “subìto” una trasformazione strutturale, funzionale alla vita della famiglia dei nuovi proprietari che, la sorsa estate, hanno deciso di regalare a questo magnifico monumento della storia di Cortina un’ulteriore stratificazione, prendendosi il lusso di azzardare qualcosa di decisamente inconsueto per luoghi di siffatta valenza storica.Protagonista di questa scommessa la pelle di una delle camere da letto, affidata ai pennelli e alle bombolette di un famoso street artist italiano, il bolognese Alessandro Ferri, in arte Dado, writer della prima ora noto in tutto il mondo per la sua versatilità che lo spinge da due decenni a sperimentare il linguaggio del writing e la poetica della strada su diversi materiali e luoghi. Anche i più “estremi”! Come una parete di una camera da letto con arredi in stile di derivazione modernamente pontiana. Un ambiente “ostile” che il nostro è riuscito a far dialogare perfettamente con i suoi colori a pastello, con le sue infinite e vorticose spirali, con le lettere esplosive che siglano il nome della padrona di casa in un infinito abbraccio con i soffitti, i mobili e il panorama spettacolare che si può ammirare dall’unica finestra. Una splendida apertura sull’altro grandioso monumento cortinese: quelle stesse Dolomiti che la sera brillano del medesimo tono che ora veste quel luogo, fin dalla mattina bagnato di una luce naturale che si fonde all’unisono con i bordi spigolosi e della C, della R e delle T.Una mescolanza perfetta fra natura, architettura, passato, presente e futuro, fra storia e vita, fra classico e avanguardia. Un viaggio nell’infinito, oltre i confini delle convenzioni. Altro che arte effimera, o semplicemente urbana. La street art e il writing possono benissimo essere pittura, grande pittura, capace di segnare per sempre un ambiente architettonico che trasuda di vita vissuta e storia. Sono discipline, che come Dado insegna, possono uscire dalla strada per entrare in una casa, radicata su una bellissima collina dominata da un bosco e da un panorama senza eguali, e scrivere l’ultimo capitolo di una storia secolare.