Scritto a macchina – 2013
Il paesaggio è una forma di manifestazione culturale e in quanto tale uno spazio di semiosi aperta, un sistema segnico che non può definirsi una volta per tutte, la sua problematicità si manifesta non solo nella diversità dei suoi contenuti e dei processi reali, ma soprattutto nella molteplicità dei processi di percezione e significazione, che riesce ad attivare.
Il mio lavoro vuole mettere a confronto tre diversi sistemi di significazone:
-quello dell’investigatore, che conosce il proprio strumento (il medium) e idea un metodo d’indagine ma non conosce il luogo da osservare e misurare.
-quello dell’ uomo autoctono, che nasce, vive, si identifica e trasforma il luogo stesso.
-quello dell’osservatore teorico capace di conoscere i processi evolutivi, reali e percettivi del luogo stesso, senza necessariamente identificarsi in esso.
Per attivare questo confronto ho misurato e documentato l’intero territorio ideando un meccanismo di scrittura automatica di semplice “raccolta dati”: ogni 5/10 secondi scattavo un’immagine dalla vettura in movimento, senza guardare attraverso il mirino ottico e senza preoccuparmi di cosa stavo registrando. Ho cercato di controllare soltanto il parallelismo delle linee per non deformare esageratamente i dati raccolti. Questo sistema di scrittura rigoroso, automatico ed impersonale, mi ha permesso di affidare la produzione di segni e/o simboli al solo strumento tecnologico utilizzato e -non intervenendo sul rapporto tra significato e significante, non forzando la connotazione e l’interpretazione dei frammenti isolati- di relegare questi documenti, divenuti immagine, alla natura di dati tecnici. Ho poi sottoposto questi dati alla lettura di alcune persone che conoscevano in maniera diversa il territorio di Zero Branco ed ho trascritto le osservazioni su dei quaderni, cercando di estrapolare tre tipologie di informazioni testuali:
-informazioni di tipo orientativo (casa di M., via Milano,….)
-informazioni di tipo conoscitivo (aceri platanoidi, inceppati da poco, servono per…)
-informazioni di tipo interpretativo (la siepe di lauro significa”non ti voglio più vedere”…)
Immagini e testi sono stati catalogati ed organizzati attraverso un sistema di archiviazione numerico e tradotti in un sistema espositivo che mette in comunicazione tra loro il testo, il disegno schematico e l’immagine fotografica attivando nuovi ed inediti processi di percezione e significazione del paesaggio registrato e inevitabilmente delle immagini prodotte. Ho raggruppato ed esposto anche le immagini che, sospese e inquiete, sono in attesa di significazione e citando Dalì che parla di un inutile dettaglio di un’immagine di Atget “reclamano a gran voce un’interpretazione…”